«Il 27 gennaio è una giornata per ricordare: perdere il passato significa perdere il futuro, ricordare significa quindi cercare di non ripetere gli stessi errori già commessi. Ecco cosa mi porto dentro oggi.» Le parole di Melissa, studentessa quattordicenne della I A Costruzioni, riassumono tutto il significato della giornata di oggi, Giorno della Memoria. Melissa, infatti, insieme ad altri 450 studenti delle classi prime, seconde e terze del nostro Istituto ha assistito alla rappresentazione on line Gli artigli della Memoria, tratta dallo spettacolo di Betty Colombo, evento promosso dall’Assessorato alla Cultura della Città di Verbania e organizzato dalla Biblioteca Civica Pietro Ceretti e dalla Casa della Resistenza.
Gli studenti, nonostante la lontananza da scuola, il 50 per cento era infatti collegato da casa, in didattica a distanza, attraverso lo schermo condiviso dal docente, si sono emozionati e hanno seguito l’evento con grande attenzione e con quel magone allo stomaco che l’orrore dell’Olocausto lascia anche in ragazzi così giovani. «“Avevo paura di vedermi allo specchio”. Sono queste le parole che mi hanno colpito del racconto di Betty Colombo – racconta Alice, studentessa della Terza C dell’Indirizzo Turismo - I danni fisici e mentali sono rimasti scolpiti nella coscienza della donna e in tutte quelle persone a cui è stata tolta la dignità.
La vita va avanti, ma i ricordi degli orrori subiti rimangono». Le classi quarte e quinte hanno invece vissuto un momento di riflessione seguendo il convegno on line Auschwitz: una storia apparentemente lontana, organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Ufficio VII, Ambito territoriale di Novara, e dal LIONS CLUB di Novara. Durante il Convegno ha parlato la Dott.ssa Jadwiga Pinderska – Lech, direttrice della casa editrice del Museum Auschwitz – Birkenau, ma certamente molto toccante è stata la testimonianza del Sig. Bogdan Bartnikowski, sopravvissuto ad Auschwitz che ha ricordato alcuni dei momenti vissuti nel lager. «Le sue parole colpivano ancora prima che fossero tradotte. Anche in polacco avevano una forza e un impatto devastanti – spiega Eleonora, studentessa dell’ultimo anno – e l’immagine della sua liberazione, l’uscita dal lager di Auschwitz mano nella mano con la sua mamma, mi ha lasciato un brivido, ma anche un lampo di speranza».
Anche questo un importante messaggio che ci lascia la giornata: momenti di lezione e di riflessione con gli studenti, momenti di Educazione Civica, fondamentali non solo per ricordare tutte le vittime della Shoah, ma anche per continuare quel quotidiano esercizio concreto di cittadinanza che promuove i diritti umani, la parità di genere e la diversità culturale.
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