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Dalla Germania all'Italia, uno scambio culturale rimasto nel cuore

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Dalla Baviera al Lago Maggiore, per un viaggio che resterà nei loro cuori. È quello che  un nutrito gruppo di studenti tedeschi della scuola Rupert Ness Gymnasium di Ottobeuren ha vissuto a Verbania ad inizio marzo, grazie al progetto di scambio culturale con i coetanei della classe 3B Turismo del Ferrini.
A novembre erano stati i verbanesi a fare visita in Baviera ai loro amici, ora il tutto si è svolto a parti invertite. La comitiva è giunta a Pallanza nel pomeriggio di venerdì 11 marzo, accompagnata dai professori Heinz Köster, docente di tedesco, biologia e psicologia, e Paola Bernabei, insegnante di lingua straniera italiana.
«Ospiti presso le famiglie dei ragazzi italiani, gli studenti tedeschi hanno avuto la possibilità di frequentare le lezioni mattutine al Ferrini, condividere alcune esperienze comunitarie e trascorrere il resto del tempo in compagnia del proprio partner verbanese», ha messo in luce la professoressa di tedesco Roberta Gaggero, anima e motore del progetto.
Significativo è stato l’incontro nel pomeriggio di lunedì 14 marzo a Palazzo di città a Pallanza con il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini. Il primo cittadino ha accolto gli studenti italiani e tedeschi nella sala d’onore ed ha risposto alle domande rivoltegli, informandosi a sua volta sugli aspetti della cittadina bavarese di Ottobeuren e quale impressione “turistica” hanno avuto di Verbania i ragazzi tedeschi.
L’incontro si è concluso con lo scambio dei doni e una foto ricordo a sigillo di questa amicizia tra le due realtà europee.
Durante la loro permanenza a Verbania, sempre nell’ambito dello scambio culturale, gli studenti tedeschi insieme ai partner italiani hanno visitato mercoledì 16 marzo la realtà di Orta San Giulio e dell’Isola, guidati dalla professoressa Patrizia Galluccio. Infine, nel pomeriggio di giovedì 17 marzo la visita ai giardini botanici di Villa Taranto.
«Lo scambio culturale di una settimana – ha sottolineato la professoressa Gaggero – permette ai nostri studenti di entrare in contatto con un’altra realtà scolastica europea, di mettersi alla prova con una tra le lingue che studiano abitualmente sui libri e di sperimentare altri stili di vita. Penso che un grazie vada rivolto a tutti coloro che permettono che questo possa avvenire, a partire dalle famiglie degli studenti che si mettono a disposizione per l’accoglienza».

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