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Come ridurre gli sprechi d'acqua?

i relatori dell'incontro   La platea

Come ridurre gli sprechi d’acqua? È questa la domanda a cui la mattina di martedì 7 febbraio hanno cercato di dare una risposta gli studenti delle classi seconde dell’Istituto Ferrini di Pallanza, prendendo parte nell’auditorium della scuola all’incontro organizzato dai docenti di geografia nel solco della campagna di sensibilizzazione “L’acqua è di tutti, non mangiamone troppa” promossa dalla Regione Piemonte e dalla Regione Valle d’Aosta.
Circa cento studenti si sono confrontati su questo tema di stretta e importante attualità guidati dalle parole e dai filmati proposti dai carabinieri forestali Damiano Bevilacqua e Pier Francesco Donzelli, del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare; da Michela Rogora, ricercatrice del Cnr – Istituto per lo studio degli ecosistemi di Pallanza; da Daria Fera, dell’associazione Consumatori di Torino; e da Franca Sola, funzionaria della Regione Piemonte – Settore Ufficio relazione al pubblico e tutela dei consumatori.
Nel concreto, i relatori hanno invitato i giovani studenti a prendere coscienza di quanta acqua venga ogni giorno sprecata, soprattutto in riferimento alle abitudini alimentari.
Dall’incontro è emerso come in Italia, ciascuno di noi consuma mediamente, aprendo i rubinetti di casa, 252 litri di acqua al giorno. «Tanti? Pochi? Nulla, se si considera che ne consumiamo, ogni giorno, altri 6048 in modo “invisibile”, acquistando cioè beni che per essere prodotti hanno complessivamente richiesto quella quantità d’acqua – hanno messo in luce i relatori. - Lo spreco di cibo è una causa primaria dell’esagerato prelievo di risorse idriche nella filiera agroalimentare. Contrastare lo spreco e ridurre nell’alimentazione l’impronta idrica sono entrambi aspetti irrinunciabili di un nuovo e “sostenibile” rapporto col cibo».
Ed, ancora, sempre guardando ai numeri, risulta che «l’89% della nostra impronta idrica è relativa al consumo di prodotti agricoli e solo il 7% è imputabile ai prodotti industriali; quasi la metà dell’impronta idrica in Italia è inoltre legata al consumo di prodotti di origine animale. Questi numeri, per molti versi sorprendenti, collocano il nostro Paese ai primi posti nel mondo quanto a consumi d’acqua, al di sopra della media dell’Unione europea e subito dopo gli Stati Uniti. Siamo anche ai primi posti nel mondo nella classifica degli importatori netti di acqua virtuale, vale a dire che rispetto all’acqua contenuta nei prodotti agricoli che esportiamo, ce n’é molta di più in quelli che importiamo, spesso da Paesi in grave carenza idrica».
L’incontro al Ferrini è risultato positivo, stando ai numerosi interventi registrati in sala tra gli studenti. Il dialogo tra loro e i relatori è servito per approfondire ulteriormente alcuni aspetti del tema e per comprendere meglio il valore della ricerca, della divulgazione e dell’importanza dell’azione di controllo sulle fonti di inquinamento.
La campagna nei prossimi mesi coinvolgerà, centocinquanta istituti scolastici piemontesi e valdostani, individuati con la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte e della Sovrintendenza agli studi valdostana.

 

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